La fase del Gravettiano si svolse in gran parte durante un picco glaciale (secondo Pleniglaciale würmiano) soprattutto nei millenni in cui è documentata la presenza umana nella Grotta del Romito (24-20.000 anni fa). Il deterioramente climatico causò in Italia alcuni fenomeni importanti, l’abbassamento del livello del mare per oltre m 100 rispetto al livello attuale e la glacializzazione dei rilievi montuosi. Le creste appenniniche, per quanto riguarda la Calabria, divennero un ostacolo difficilmente superabile che limitò la mobilità dei gruppi umani e causò fenomeni di isolamento culturale con limitato scambio di conoscenze. Ne sono prova le fisionomie delle produzioni litiche che mostrano invenzioni tecniche e prodotti geograficamente limitate. L’area della Calabria settentrionale risulta culturalmente molto simile a quella del Cilento.

Una progressiva deglaciazione e un miglioramento climatico ha inizio circa 20.000 anni fa e prosegue sino a circa 10.000 anni orsono (Tardoglaciale). Sebbene le situazioni permettessero in teoria una ripresa delle comunicazioni e degli scambi anche su lunghe distanze, ha avvio un processo di progressiva regionalizzazione. Si creano in Italia, così come nel resto d’Europa, diverse province culturali, con fisionomie originali nell’ambito dello strumentario in pietra, dell’arte e in parte anche del rito funerario.

Questo relativo isolamento in micro o macroaree indica che i gruppi scelsero di vivere in territori più o meno ristretti, grazie alla loro capacità di utilizzare tutte le risorse di quei territori. È la prova di una grande sapienza ambientale.

Tutto ciò all’interno di un panorama culturale con molti caratteri comuni che gli archeologi identificano con la provincia dell’Epigravettiano, che si estende dalla Provenza ai Balcani.

Lo stesso fenomeno di verifica anche nel Mesolitico, la fase che indica l’adattamento di gruppi umani, con modi di vita ancora “paleolitici”, al nuovo stadio climatico a clima temperato postglaciale (Olocene) nel quale ancora oggi viviamo. In questa fase hanno inizio le prime forme di navigazione nel Mediterraneo, da parte di alcuni gruppi mesolitici che hanno lasciato traccia anche nella Grotta della Madonna a Praia a Mare e nel vicino Cilento a Grotta della Serratura. A questi pionieri navigatori si devono alcuni approdi in Sardegna e Corsica.