È la seconda sepoltura bisoma messa in luce nel riparo. I due scheletri, orientati Nord Ovest-Sud Est, in posizione supina e con le gambe piegate, furono deposti in un’unica fossa che, come scrive Graziosi, era circondata da pietre. Altre pietre più piccole si trovavano sul petto e sulle gambe dei due individui. Su pietre poggiava la testa di Romito 6.

Una parte dello scheletro di Romito 6 al momento della scoperta non era più in connessione anatomica, in quanto la sepoltura doppia è avvenuta in due tempi: dapprima è documentato il seppellimento di Romito 6, in seguito dopo la decomposizione delle sue parti molli è stato inumato Romito 5. Questo secondo evento ha causato lo spostamento di parte dello scheletro già presente nella fossa. La statura dei due inumati ha raggiunto circa cm 155.

I risultati delle analisi molecolari hanno portato alla conclusione che Romito 5 e 6, avendo il medesimo DNA, erano imparentati per via materna, cioè con la mamma o la nonna in comune.

Una datazione radiometrica recentemente ottenuta da un frammento dello scheletro di Romito 5 è risultata pari a 10.862 ± 70 anni da oggi.

La sepoltura bisoma Romito 5-6, ricostruita e musealizzata dopo lo scavo Preziosi

La sepoltura bisoma Romito 5-6, ricostruita e musealizzata dopo lo scavo Preziosi