Nel corso degli scavi all’interno della grotta sono venuti in luce alcuni impianti che hanno come carattere comune la costruzione di un piccolo spazio interrato (fossa o fossetta) o una depressione ove deporre manufatti o oggetti. Si tratta di una sorta di piccolo ripostiglio probabilmente con significato simbolico.
Tre fossette, risalenti ad un periodo compreso tra 11.500 e 12.00 anni da oggi circa, contenevano ciascuna insieme ad altri materiali un piccolo blocco calcareo (13-16 cm di lunghezza) con una fessurazione naturale che dà la medesima suggestione (il segno vulvare).
La ricorrenza di queste pietre con fessurazione naturale fa interpretare le tre fossette quali elementi simbolici, nel nostro caso concernenti il grande tema della fertilità femminile, un tema primario nel repertorio simbolico e figurativo di Homo sapiens nel Paleolitico, al pari del tema del mondo animale e della caccia.
Per una di queste fossette l’ipotesi simbolica potrebbe non essere l’unica chiave di lettura: vari indizi potrebbero indicare anche un piccolo deposito-ripostiglio di oggetti adatti a perforare e di manufatti perforati.
Un’altra piccola fossa, risalente a circa 12.400 anni da oggi (Epigravettiano finale), conteneva un palco palmato e una calotta di Cervus elaphus. Ritroviamo in questo caso la medesima procedura riservata alle inumazioni dei defunti: una deposizione di resti in una piccola fossa, una copertura a pietrame, una pietra messa forse come segnacolo emergente dalla fossa. È evidente il richiamo al simbolismo del rito funerario praticato al Romito e in altri contesti italiani ed europei.
Nello strato F1 (circa 17.000 anni da oggi, Epigravettiano antico), è stata messa in luce una massicciata ben costruita e ordinata, realizzata con pietrame calcareo selezionato in base alle dimensioni, quasi esclusivamente piccole. L’area strutturata è stata mantenuta pulita e solo pochi oggetti, verosimilmente selezionati, erano collocati su di essa all’interno di una piccola cavità: resti di cervo (una calotta, una grande scapola e un frammento di femore), di stambecco (una piccola scapola), di bovide (una cavicchia ossea) e uno strumento (un bulino) realizzato su grande lama in selce. La calotta di cervo era collocata al di sopra di una serie di pietre formanti un circolo.
I reperti di cervo deposti in una fossetta e sulla massicciata di F1 potrebbero indicare un significato simbolico da attribuire al cervo. Sono resti di individui maschi adulti e sono stati manipolati con lo scopo di risparmiare la calotta cranica e non con le tecniche usuali di macellazione. La manipolazione di ossa di cervo, in particolare dei calvari, è nota in alcune evidenze europee della fine del Paleolitico e del Mesolitico antico.